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Cold shower to reduce stress

Fouzia Draoua • mar 21, 2024

learning from neuroscience...

From neuroscience insights: when you take a cold shower, the sudden exposure to cold water can trigger the body's sympathetic nervous system, leading to a release of norepinephrine, a hormone that can help in alleviating feelings of stress.

Additionally, the discomfort of a cold shower can act as a form of stress inoculation, helping you become more resilient to everyday stressors.


Cold showers are believed to have several other potential benefits.

The cold water immersion may also help to reduce inflammation and improve blood circulation, contributing to a sense of rejuvenation and well-being.

In addition to activating the sympathetic nervous system, cold showers can promote the production of beta-endorphins, which are neurotransmitters that can induce feelings of well-being and reduce pain sensitivity.

Cold water exposure can elevate your heart rate and oxygen levels, which can make you feel more alert and mentally clear, possibly reducing mild depression and anxiety symptoms.


However, if you want to try cold water exposure, start gradually with slightly warm water and lower the temperature over time. Consult a healthcare professional before making any significant changes to your routine to ensure it's safe and beneficial for you.


Fouzia Draoua

Coaching psychologist & Trainer


Mind Matters

Autore: Fouzia Draoua 12 mar, 2024
imparare dalle neuroscienze...
Autore: Fouzia Draoua 02 feb, 2024
L'idea che l'intelligenza emotiva sia esclusivamente ereditaria o genetica rappresenta una posizione minoritaria nella comunità scientifica. La maggior parte delle ricerche e delle teorie contemporanee sottolinea l'importanza dell'interazione complessa tra fattori genetici, ambientali ed esperienziali nello sviluppo dell'intelligenza emotiva. Tuttavia, in alcune prospettive più limitate, si potrebbero individuare alcuni sostenitori di questa teoria. Alcuni argomenti a favore dell'ereditarietà esclusiva dell'intelligenza emotiva spiegano che le predisposizioni genetiche influenzano in modo significativo la capacità di un individuo di comprendere e gestire le proprie emozioni. In questa prospettiva, alcune capacità come la capacità di riconoscere e interpretare le espressioni facciali e le emozioni negli altri, sono ereditate come parte del processo evolutivo per facilitare la comunicazione e la sopravvivenza sociale. Molti autori fanno notare, al contrario, il ruolo delle esperienze precoci nell'infanzia e l'importanza dei legami di attaccamento nel plasmare le capacità emotive di base. Le ricerche in tale senso (John Bowlby, Mary Ainsworth, Daniel Stern...) suggeriscono che l'esposizione a un ambiente emotivamente ricco e stimolante durante l'infanzia può, in effetti, influenzare lo sviluppo (o meno) di competenze emotive fondamentali. In tale direzione vanno anche le ricerche neuroscientifiche, che mettono in risalto la plasticità cerebrale, ovvero come l'esposizione a varie situazioni sociali ed emotive e la pratica di strategie di gestione emotiva possono modificare la struttura e la funzione del cervello, potenziando così le abilità legate all'intelligenza emotiva.  Nel dibattito sull'intelligenza emotiva, la maggior parte delle ricerche supporta l'idea che sia influenzata da una combinazione di fattori genetici, ambientali e esperienziali. La teoria che sostiene che è innata rappresenta una minoranza. Fouzia Draoua Psicologa Coach
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